Personale di Cesare Ravasio
Bergamo Alta
24 marzo - 8 aprile 2001
Il sorriso degli angeli nel cuore dell’arcobaleno
Forse tra le rose degli occhi? Gabbiani approdati dentro le stelle di molti cuori? Nell’arcobaleno di tutti i visi e situazioni che ho incontrato? Sugellati nei volti più sicuri? Nel linguaggio delle nuvole? O forse abitano le ombre, i ritmi, le acrobazie di tutti noi?
Dove sono finiti gli angeli?I miei angeli ribelli sorrisi di perla, poco tempo fa pranzavano con me, estremamente intolleranti avversi al fumo e al bere, logorati e assuefatti a tutto ciò…!
Erano anni in cui la giravolta delle braccia, la giostra dell’allegria si fondeva nella nostra colonna sonora…
I miei, i nostri angeli ormai non frequentano il branco, vivono altrove fuori dal coro, distanti dagli abusi d’ufficio,tangenti e leccapiedi, non stringono più mani come merluzzi impanati, lontani lontani planano sul filo della memoria, indignati, schifati, avvelenati per tutto questo contesto pettegolo e disgustoso…!
Ho smarrito gli angeli sicuramente nei graffi dei nostri gatti, eppure sento le loro ali sopra di noi, dal firmamento ogni tanto ritornano vortici, scintille e ardori, muovono l’aria nei giorni di vento, cantano tutti vicini in girotondo nella prima fresca, fugace aurora.
Li vedo a volte nelle pieghe dei sorrisi di chi non sa di esserlo.
Di giorno si fa più vivo il ricordo, ed ora brilla per ogni bellezza suprema che incontro, mi sovviene spesso un respiro, l’ultimo quello più vero malgrado questo tempo in cui tutto scorre senza riflessioni e si giocano carte false, immerso in questo mondo di ruba ombrelli, zeppo di finti religiosi e uomini di paglia…!
Forse tra le rose del tuo divenire, essenza pura acqua di sorgente, i miei angeli li ritrovo nei silenzi più assoluti, nell’orizzonte ad una certa ora sul mare, farfalle nel sole dentro la primavera regina, nei passi echeggianti della chiara e fascinosa sera di Spagna.
Questi sono i miei angeli, angeli invisibili ma che invece sono negli occhi dei gatti che ogni notte al mio ritorno mi fanno le fusa, i convenevoli, strusciandosi con eleganza, più eleganti dell’eleganza più fantasiosi della fantasia…!
Hazme descubrir la calle de los angeles, un camino diverso el mas limpido y cada acaricia vibrarà en mis pensamientos, asì verè el ala, tu ojo planear desde el cielo andaluz, traidos del viento del Sur…!
Voleranno pagine per mille anni ancora sul tuo cammino flebile, non è mai tutto come vedi, non fermarti all’apparenza delle cose scava più profondo, impara e osserva il mondo capovolto, guarda quello che l’occhio non può vedere, dall’osservare nasce l’idea, dal sogno scaturisce la limpida poesia e il vento del dissenso…!
É così che ti accorgerai subito di aver incontrato un angelo, avvertirai quel fuoco attimi di magia, poesia che ti avvolgerà, allora le sue ali abbracceranno il tuo stupore e ti meraviglierai ancora di più sempre di più che probabilmente tutto nasce, inizia e vive negli occhi diamanti, nei gesti dei nostri gatti, minuscoli angeli acrobati…!
Cesare Ravasio Novembre 2000
Gialli riflessi
Mani sporche di pittura e notte giusta per cominciare a sognare.
Rientro ora da quello che da pochi giorni, ho allestito come mini studio, fra botti invecchiate,fasci di legna, fieno secco, cerco di ritrovare i miei colori, i sapori di una vita troppo frenetica a volte adagiata…!
Scrivo a lei “ caro pittore Ravasio”, e scrivo come mi viene perché fra le sue sfumature i suoi desideri blu, l’ala del sorriso di suo padre,percepisco che le sue mattine sono cariche di un chiarore vivo, un chiarore che spesso ho sognato ma poche volte ho lasciato percepire al mio sguardo, ai miei sensi.
Avevo voglia e paura di sentirla, perché forse la sua vita, per quel poco che la conosco, è per me qualcosa di intensamente profondo e a cui aspiro.
Studio architettura ma non mi sento troppo architetto; preferisco ammirare le colline della Toscana, un portale abbandonato, le nuvole, il sole rosso, il tramonto dietro i tralci di vite…
I quadri di mio padre forse non sono capolavori ma sono ciò che di più sincero ci ha lasciato, lui amava profondamente i gialli.
Scusi se la disturbo con poche righe scritte male, purtroppo non sono molto abile ad esprimermi.
È solo che sono bastate poche parole e quel sovrapporsi di luci e rossi a emozionare le mie giornate !
Grazie veramente! contemplo i suoi quadri, mi ravvivo e sogno di poter tempestare una tela e sono felice di averla conosciuta, perché per me è un piccolo grande maestro di vita.
Probabilmente basta una giornata piovosa, un cimitero deserto e un pittore che dipinge blu per credere a un sogno…!
Non smetta mai di colorare il mondo, di ammirarlo e portarlo nell’anima e su una superficie telata: a me emoziona, e non poco…!
All’uomo dal respiro ribelle.
Stefano Nava Ottobre 2000
Un punto fermo
Lo sono sempre stato, fin da bambino, una linea retta che ha i suoi pensieri il suo intelletto, il proprio modo di guardare e assimilare le cose…!
Energica ogni mia stretta di mano quando porgo la mano, mai viscida e appiccicosa.
Potrei essere ovunque, ma ci sono voci dentro il sole d’agosto, nel cielo Artico, al loro fuoco si sciolgono le danze sui cristalli di ogni trasparenza…!
Io che corro dalla parte opposta del branco, un punto fermo è il mio respiro ribelle, il mio sguardo da lucertola, di gatto, di ogni animale fugace.
Penso che i compleanni, il Natale, gli anniversari i capodanni la Pasqua, (la Pasqua si salva perché cade di primavera) sono i giorni, le ricorrenze i momenti più tristi, volgari, noiosi e tremendamente assurdi di tutto l’anno…!
Non sono le feste che fanno per me, io festeggio il mio compleanno tutti i giorni, tutti gli istanti tutto l’anno è Natale,capodanno Pasqua e meditazione…!
Non torno mai sui miei passi, dolce e mite in alcune circostanze ma anche dolce figlio di troia in altre, riuscendoci anche bene, senza sforzi e meravigliandomi di me stesso…!
Non so cosa farmene dei “critici d’arte” contemporanei, la maggior parte di loro, a mio avviso inutili, noiosi e ciarlatani, coloro che un tempo non sapevano leggere, ora non sanno più osservare…!
In molteplici “critici d’arte” è assente la vera poesia, molto meglio un poeta ad introdurre, a scrivere della tua pittura, del tuo essere, ancora meglio se quel poeta è un amico.
Gli unici vizi che ho, se così si possono definire sono il dolce vizio della pittura che non manca mai e ogni tanto scappare via, il toccasana di ritrovare nuove cose in contesti più nascosti.
In un tempo remoto fui navigatore di terre distese sul calore di Spagna, nella Mancha amai Dulcinea con Don Chisciotte, parlammo di battaglie vittorie e sconfitte, affacciati sui confini di Toledo…!
Mi fermai sotto i portici di Granada, corsi sulle coste del Sud, poi su fino al Portogallo.
L’Alhambra, la Sierra Nevada il mio regno, i miei gesti gli occhi le parole la chiarezza di un sorriso arabescato e ribelle, sono il mio punto fermo, nulla più, sono tutto quello che giustamente di più vero e colorato ancora possiedo…!
Per Alessandro.
Cesare Ravasio Agosto 1997
Regina di bellezza
Qui a Soglio, in questo mese d’agosto regna sovrano un silenzio quasi religioso. Steso su di un prato, il sole mi accarezza brucia il viso, regala piaceri.
Irreale è il gruppo granitico di “Sciora” l’ultima neve rimasta sulle cime ci svela la sua magia, chiara meraviglia su fondo blu oltremare.
Soglio è davvero un’angolo romantico, visitai gli interni del palazzo Salis, il suo giardino, osservai le sequoie secolari.
Soglio come un toccasana, un dipinto di Segantini, un dono di luci e sospiri, le altre cime mi abbagliano, bianca signora dalle comete veloci, in te, nei tuoi crepacci, sui tuoi versanti nasce il vento, la vita, la nuvola, l’azzurro, la freschezza…!
C’è un soffio di vento fra l’Engadina e la Val Bregaglia, fra una storia d’amore e il mio animo ribelle !
Qui a Soglio, anche l’aria ha un respiro, Soglio inno alla vita, idillio di bellezza, tavolozza di colori…!
Mi arresto davanti a una corteccia di pino baciata dal sole d’agosto, una luce dorata sensazione di nuova vita, linfa che ti attraversa…
Qui a Soglio passa tutto, socchiudi gli occhi e senti la breva che lentamente sale dal fondo valle, l’odore di fieno riempie questo universo, pascolo per le dolci capre, Segantini ora ti porge la mano, un’ala per volare più a Nord, l’ala dei piaceri per accorgersi che la vita, la delizia abita proprio qui…!
Soglio: la letteraria! La pittoresca! “Sciora”: la tua regina! Sia d’aprile che in agosto…!
Al Dio degli incanti supremi.
Cesare Ravasio Agosto 2000
Canzone per Paquito
Paquito è sepolto sotto le canne di bambù, nella curva sinistra del mio cuore ad aspettare immobile e silenzioso un’altra nuova pioggia battente!
Sulla soglia di casa, Paquito forse ci ha chiamati miagolando fino all’aurora.
Paquito sta a Nord Ovest del grande giardino nel quale correva d’estate!
La sua stella brilla forgiata dai sensi, nei suoi occhi corallo splendenti!
Paquito, nato di maggio, non ha conosciuto l’autunno, ed è per questo che la sua stella perdurerà a Nord Ovest dei miei occhi…!
A Paquito.
Cesare Ravasio Agosto 2000
Rosso attimo biografico
Nulla è casuale, pochissime volte ho lasciato le situazioni al “caso” solamente le più leggere.
Ho sempre corso con affanno per giungere cercando poi di apprendere la poesia celata nelle ali di una farfalla, imparare la luce, l’aureola della luna, i lati del mondo…!
Certe volte ho camminato lentamente perché era l’attimo dei “fai piano c’è tempo! “(così dicono…)
Alcuni sorrisi li ho persi per strada sforzandomi invano di capire il quale sintonia o direzione essi fossero sospesi, non so, eppure le mie onde hanno un bacio identico al rosso, ai margini del blu.
Ho sofferto per imparare il mio mestiere, il mio mestiere mi ha logorato un po’ per tutto quello che gira intorno ad esso, poi con il passare degli anni ti rendi conto che probabilmente tutto ciò è inutile, inutile in questo contesto di mille sorrisi, massa di uomini opportunisti e approfittatori, falsi religiosi, individui che dimenticano troppo in fretta perché ha fretta di dimenticare…!
Io invece non scordo nulla, dalla cosa più sofferta a quella che porta lo scettro dell’allegria, vado a ritroso nei meandri, sul cancello della mia memoria per mietere ancora riflessioni su riflessioni !
Un giorno dissi quel che pensavo e mi hanno additato !
Non bisogna mai dire quel che realmente si pensa, ma stare in silenzio assoluto, e piuttosto che subire una compagnia noiosa, lentamente ci si congeda dal salotto scusandosi un attimo con i presenti perché devi acquistare le sigarette, anche se è noto a tutti che tu non fumi, non hai mai fumato…!
Ho guardato non solo quel che si può vedere ma anche le cose invisibili, a dicembre invece della tredicesima, ho preso l’ennesima pedata nel sedere fingendo indifferenza.
Mi diverto imparando il mio mestiere, isolato nello studio; il più grande guaio è che osservo con pignoleria quasi maniacale diciotto volte il dipinto che sto ultimando prima di firmarlo,
toglierlo dal cavalletto e ritenere quest’ultimo terminato…!
Il merito o la colpa è del vento, dei grandi bicchieri colorati che ruotano dipinti nel cielo del mio inconscio…!
Agli animi inquieti.
Cesare Ravasio Novembre 2000