Poesie su Tela
Chi viene a conoscenza della pittura di Cesare Ravasio non può che restare colpito, le sue opere esercitano una tale attrazione nell’intimo di chi le osserva che ci si sente arricchiti di qualcosa.
Sta poi a ciascuno di noi “leggere tra le righe”, interpretare quel “qualcosa”: un nuovo modo di sentire e percepire le cose, un senso di armonia vivace, la capacità di gustare la poesia con gli occhi.
“Poeta della pittura”, ecco così definirei Cesare Ravasio. Ho avuto l’opportunità e la fortuna di conoscerlo e stare a contatto con lui per un breve periodo, così, oltre ad apprezzarlo come persona piacevole e solare, ho potuto osservarlo proprio mentre lavorava al suo cavalletto. Vedere nascere un suo quadro è un’ autentica emozione, le tele bianche si animano improvvisamente di colori brillanti e di immagini terse, diventando poli magnetici da cui non si riesce più a distogliere lo sguardo.
La poesia traspare da ogni suo tocco come il profumo di un fiore, i suoi colori trasfigurano la realtà, mostrando quel lato delle cose che si vede solo con gli occhi dell’anima. Ma poesia sono anche i suoi soggetti densi di significati, raffigurati con stravaganti accostamenti, come frammenti di una realtà stravolta e rielaborata dall’estro di artista. E poesia è presente pure nella simbologia ricorrente delle biglie e delle sfere dall’aria sfuggevole ed evanescente, leggiadra ed aggraziata.
Per questo un suo quadro più lo si osserva, più si scopre qualcosa di nuovo:un particolare , una linea, una pennellata presenti sulla tela fin dall’inizio, ma che hanno saputo mimetizzarsi magistralmente nel contesto dell’opera.
Ovunque sia vissuto o abbia realizzato esposizioni, Cesare Ravasio ha sempre lasciato la sua traccia, un piacevole ricordo nella memoria di tutti quelli che lo conoscono e che sentono la mancanza delle sue “poesie su tela”.
Maria Mancuso
Febbraio 2006